GHOST IN THE SHELL - STAND ALONE COMPLEX

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(Kòkaku kidòtai: Stand Alone Complex - 2002)
(serie d'animazione)

Regia di: Kenji Kamiyama
Sceneggiatura di: Kenji Kamiyama, Shotaro Suga, Yoshiki Sakurai
Tratto da un fumetto di: Masamune Shirow

Prodotto da: Yuichiro Matsuka, Charles McCarter, Kaoru Mfaume, Tsutomu Sugita
Produzione: Ghost in the Shell S. A. C. Committee
Animazioni: Production I.G
Edizione Italiana: Panini Video - Dynit

Episodi: 26 da 25' - 2 stagioni

La saga cyber-punk creata ed illustrata dal geniale Masamune Shirow rivive ancora una volta in veste animata grazie agli sforzi dello studio Production I.G e della Bandai. Si è dovuto attendere il 2002 per la prima serializzazione delle storie ambientate nella Tokyo futuristica di Shirow ma l'attesa è stata ampiamente premiata. Production I.G ha messo in campo tutte le più moderne tecnologie in campo animato in suo possesso e realizzato un prodotto che non si ha paura di confrontare persino con attuali opere per il grande schermo. Se poi menzioniamo tra il cast Kenji Kamiyama alla regia, Yoko Kanno alle musiche e persino Masamune Shirow in persona come consulente per le storie, non c'è bisogno di aggiungere altro.

La storia raccontata nella serie Stand Alone Complex si piazza prima degli avvenimenti legati al marionettista, raccontati nei lungometraggio di Oshii, e dopo la nascita della Sezione 9, al momento presente solo in forma cartacea. La serie gira interamente intorno alla suddetta sezione di polizia che si occupa dei casi più delicati, con protagonisti per la prima volta tutti i suoi componenti, diversamente dai lungometraggi, dal maggiore Motoko Kusanagi a Batou, Togusa, Ishikawa e tutta la squadra. I temi per cui questi combattono sono legati generalmente al terrorismo informatico e quanto gira intorno alle più grandi aziende del paese collegate al mondo politico ed economico della Tokyo futuristica disegnata da Shirow. Ma oltre alcuni episodi con una storia a se stante (stand alone) la prima delle due serie qui in esame gira prevalentemente intorno a quello che viene chiamato "Laughing Man", l'uomo che ride, uno dei più grandi hacker/cyber-terrorista che prende di mira alcune grandi aziende giapponesi, di cui l'intera Sezione 9 avrà l'incarico di smascherare e catturare.

Bandai e Production I.G hanno ben pianificato questa produzione piazzando alla regia Kamiyama, già al lavoro su "Blood" (2000) e "Jin-Roh" (1999), che dirige ottimamente scena dopo scena, alternando camere fisse e pochi roll nei lunghi momenti di discussione, generalmente pre e post missione, e ottimi movimenti di camera nei momenti d'azione, al seguito dei personaggi principali, senza troppe sbavature nei movimenti tranne per le scene riprese in stile handycam (molto suggestive). C'è impegno anche nella stesura degli script; dalla concezione delle storie, di cui ci si è potuto avvalere della collaborazione del papà di Kusanagi & co. Masamune Shirow, ai temi trattati, attuali e complessi nel loro interno, con dialoghi che a volte si perdono in profonde considerazioni politico-sociale-economico. La struttura della serie composta da 26 episodi di taglio televisivo per la durata, alterna, come prima citato, episodi stand alone, con una storia fine all'episodio stesso, alla lunga e intricata vicenda legata al cyber-terrorista - l'uomo che ride - capace di compromettere la solidità stessa della Sezione 9. Piccola nota, la scritta intorno al logo dell'uomo che ride ("I thought what I'd do was, I'd pretend I was one of those deaf-mutes.") è una frase di J.D. Salinger.

Per la parte visiva, le forze messe in campo dal noto studio giapponese coprono vecchia e nuova scuola; i personaggi principali e gli sfondi sono realizzati a mano e colorati digitalmente, cosa che ha permesso un ottimale gestione delle palette dei colori legati alla fotografia di ogni scena. Tutti i mecha (mechanism), dalle auto agli automi, sono invece prevalentemente modellati in 3D e opportunamente filtrati tramite filtri cell-shading. Anche alcune scenografie (location) sono modellate in computer grafica, cosa che ha permesso la realizzazione di movimenti di camera più profondi. Le animazioni sono molto fluide e non si è risparmiato alcun frame nella composizione finale. Piccola parentesi va aperta per la sigla iniziale: un vero e proprio videoclip legato al brano cantato da Origa (Inner Universe), interamente realizzato in CGI, modellato e animato con molta maestria: ottimo sotto tutti i punti di vista.

Chiudiamo con il reparto audio e musiche. L'accenno al nome Yoko Kanno come colei che si è occupata della colonna sonora basta già a garantire la qualità delle musiche presenti. Questa volta la Kanno ci porta nel mondo dell'elettronica più pura: ritmi veloci e suoni sintetici, poche liriche e loop orecchiabili con qualche intermezzo di jazz e blues come sempre tirati fuori dal magico cilindro della compositrice giapponese. Degna di nota la sigla "Inner Universe" cantata da Origa. Per quanto riguarda i dialoghi, la Panini ha commissionato il doppiaggio alle voci dei personaggi originali utilizzati nel primo lungometraggio di Oshii sempre ispirato al manga cyber-punk di Masamune Shirow; un ottima mossa da parte del distributore. Il titolo dell'opera (Stand Alone Complex) viene illustrato nel primo episodio e si riferisce alla psicologia di chi non è dotato di impianto cybernetico, ovvero l'isolamento o stand alone. Chi infatti ne è dotato è capace di comunicare istantaneamente con gli altri, indipendentemente dalla distanza. Ma con "stand alone" e "complex" si vogliono dividere anche gli episodi con una storia fine all'episodio stesso e quelli che seguono le vicende dell'uomo che ride, ovvero la storia più "complessa".

La serie è una versa sorpresa, ma così ci si aspettava già dalla prime immagini arrivate dal sol levante. I personaggi sono ben caratterizzati e le storie molto profonde, tanto da perdersi troppo qualche volta. Visivamente ineccepibile, lo studio d'animazione giapponese Production I.G piazza un nuovo standard nella serializzazione di una produzione animata, e neanche breve, ma della classica lunghezza dei 26 episodi. La Panini Video non ci ha fatto attendere molto per avere un prodotto di una caratura così alta, sintomo che il mercato italiano sta cominciando a rendersi conto della potenzialità delle produzioni nipponiche. Bandai e Production I.G hanno realizzato una serie seguita dal papà di Ghost In The Shell in persona e dunque di sicuro interesse per i fans della saga, del manga o del genere fanta-punk-futuristico. Ma la bellezza e i contenuti delle storie rende questo prodotto adatto ad un pubblico più ampio. Anche i neofiti apprezzeranno largamente questo prodotto, arrivando a legarsi a personaggi come Batou, Kusanagi o persino i simpaticissimi Tachikoma (automi in dotazione alla Sezione 9). Da sottolineare che la serie, per i contenuti e la loro complessità, è rivolta ad un pubblico adulto.

La Panini Video porta in Italia sia la prima serie di "Ghost In The Shell: Stand Alone Complex", uscita in patria nel Dicembre 2002, che la seconda "Ghost In The Shell: Stand Alone Complex 2nd GIG", entrambe composte da 26 episodi da 25 minuti ciascuno. Tutti trovano posto in 6 DVD (per serie), con ottima qualità video nel formato cinematografico 16:9 e qualità audio Dolby 5.1. Tra gli extra l'immancabile traccia audio originali giapponese, interviste ai realizzatori, trailer commerciali e poco altro.
Una nuova versione in alta definizione arriva sotto etichetta Dynit.




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Sergio Manfio

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